Articolo di Laura Ricci

 

“Un bambino impara a leggere per la prima volta quando viene preso in braccio e gli viene letta una favola”

(Maryanne Wolf “Proust e il calamaro – Storia e scienza del cervello che legge”).

 

Intuitivamente l’essere umano ha sempre compreso che parlare, raccontare, cantare ai bambini fin dal grembo materno contribuisce al loro sviluppo psichico in modo molto significativo; purtroppo il cambiamento dei costumi e dei modi di vivere delle famiglie attualmente ha ridotto il tempo del raccontare e del leggere ai bambini.

 

Perche leggere

La stimolazione e il senso di protezione che genera nel bambino il sentirsi accanto un adulto che legge e racconta storie già dal primo anno di vita è impareggiabile. Il precoce e quotidiano contatto con i libri e la lettura mediati da mamma e papà favorisce il futuro successo scolastico dei bambini.

È noto che la lettura ha effetti rilevanti per crescita del bambino: l’apprendimento, l’attaccamento, l’autonomia, l’emotività e i sentimenti, la fantasia-creatività, il linguaggio, la memoria, la moralità e la spiritualità, la socializzazione, lo sviluppo mentale.

La lettura ad alta voce rafforza e incrementa le capacità di apprendimento dei bambini, specialmente se questo viene fatto fin dalla tenerissima età. Recenti ricerche dimostrano come il leggere ad alta voce, con una certa continuità, ai bambini in età prescolare abbia una positiva influenza sia dal punto di vista relazionale (relazione adulto bambino), che cognitivo (si sviluppa meglio la comprensione del linguaggio e la capacità di lettura); per di più si consolida nel bambino l’abitudine a leggere.

La lettura permette al bambino di appropriarsi più facilmente della propria lingua, delle sue parole, della sua forma e struttura, inoltre ascoltare significa ordinare mentalmente ciò che si ascolta.

Raccontare e leggere ad alta voce stimola l’immaginazione del bambino: la fantasia e la creatività sono risorse fondamentali per affrontare la realtà dell’esistenza.

 

Il significato della fiaba

La fiaba è un racconto dove eventi insoliti o improbabili (ma che potrebbero capitare a chiunque) colpiscono il protagonista (divario), il quale si trova a dover affrontare l’antagonista (dicotomia buono/cattivo) per poter superare la situazione infausta e poter giungere così al lieto fine.

Tale strumento può essere utilizzato sia con i bambini in diversi contesti, a scuola, nei reparti ospedalieri o per la trattazione di tematiche particolari, ma anche con gli adulti, in particolare in contesti di formazione e apprendimento, soprattutto come crescita personale.
La fiaba svolge un’azione importantissima nei bambini poiché la descrizione dei personaggi di una fiaba e delle loro azioni può accompagnarli nella comprensione di quello che gli accade dentro e che giorno dopo giorno, può contribuire a favorire la loro crescita armonica, in tutti i suoi aspetti (emotivo, affettivo, cognitivo, linguistico, sociale, ecc.).

Negli adulti può essere altrettanto utile ed importante perché attraverso la fiaba, una persona adulta può provare a recuperare significati che non erano stati interamente compresi.

Le fiabe creano e risolvono situazioni di paura, di inadeguatezza, di solitudine, di mancanza di autostima, sconfiggono angosce e fanno svanire conflitti e fantasmi; le fiabe trovano soluzioni miracolose per ogni sofferenza.

La maggior parte di noi cela, tra i suoi segreti, la propria fiaba preferita, fiaba che è spesso paragonabile alla trama della nostra vita, ai nostri desideri ed alle nostre nostalgie.

Le storie raccontate nelle fiabe, spesso ci raccontano le nostre grandi difficoltà e come qualcuno, al nostro posto, riesce a trovare la soluzione.

Attraverso l’identificazione con l’eroe della fiaba, ci viene trasmessa la speranza che i problemi siano risolvibili, che esista sempre la possibilità di un cambiamento.
Così la fiaba ci infonde quel coraggio di cui abbiamo bisogno per non restare ancorati al passato e andare incontro ad un futuro pieno di speranza e allegria.

La fiaba, proprio perché raccontata o letta, permette al bambino di soffermarsi su tutti i punti particolarmente interessanti, richiedendo un’elaborazione personale degli eventi che aiuteranno il bambino a superare i passaggi verso una crescita armonica.

Le favole racchiudono l’idea che la vita sia in realtà più semplice di quanto non la si immagini, o meglio, aiutano a credere che dentro di noi possediamo tutti gli strumenti utili per affrontarla, in particolare quando, inevitabilmente, ci presenta le sue difficoltà, perché crescere è un compito che richiede impegno e tante risorse.

Un’altra importante dimensione della fiaba è la non negazione del “male” e dell’ombra anzi, spesso queste parti vengono fissate in maniera molto forte ed incarnate dai personaggi della storia: questo insegna al bambino che il bene e il male sono due dimensioni della vita e che non si può prendere il bene senza necessariamente venire a contatto con il male. La favola insegna quanto sia seducente ed attraente il “male” poiché questo è sempre rappresentato da qualcuno o qualcosa di molto potente, abituato ad usare i suoi poteri con maniere subdole, (la strega, il drago, l’orco, il serpente).

La fiaba serve proprio a mediare tra impulsi distruttivi e realtà: aiuta il bambino a capire se stesso e a scaricare la rabbia, l’ansia e la distruttività.

Pollicino abbandonato rappresenta il risentimento del bimbo per i genitori che lo lasciano all’asilo, la matrigna cattiva può rappresentare la mamma che si occupa del fratellino o che, in un momento di nervosismo, sgrida il piccolo. Il lupo è invece una proiezione della parte più distruttiva.

Ascoltata dalla voce della mamma, la fiaba autorizza il bambino a provare queste emozioni e a esprimerle, senza aver paura che gli si rivoltino contro, bensì diventano un incentivo al cambiamento e alla crescita del proprio Sé.

In ogni fiaba ci sono tante tipologie di personaggi, in modo che il bambino decida chi vuole essere, anche se alla fine si identifica sempre con l’eroe. Inoltre il lieto fine della fiaba ha un effetto rassicurante e gli aspetti paurosi possono essere superati.

Le fiabe tradizionali sollecitano l’inconscio del bambino, mentre quelle contemporanee parlano dell’io del bambino, alludono ad esperienze concrete: la scuola con il distacco dalla mamma, il rispetto per l’ambiente, la nanna. Inoltre ci sono anche libri che trattano argomenti forti come l’adozione e l’affido familiare, gli abusi, la morte.

Le fiabe ripetono da sempre che crescere e diventare adulti è un’impresa difficile, ma ce la si può fare.

 

Di seguito le indicazioni su come, quando e cosa leggere ai bambini nei primi anni di età del progetto Nati per Leggere.

 

Come leggere, quando leggere

Leggere ad alta voce è piacevole e crea l’abitudine all’ascolto, inoltre aumenta i tempi di attenzione. Ogni momento è favorevole per raccontare e leggere ai propri bambini ed ogni luogo è adatto purché favorisca la disposizione all’ascolto. Si può riservare alla lettura un momento particolare della giornata: prima del sonnellino o della nanna, dopo i pasti, scegliendo dei momenti durante i quali siete entrambi più tranquilli. È importante non insistere se il bimbo non vuole.

 

Come condividere i libri con i bambini

  • scegliere un luogo confortevole dove sedersi
  • recitare o cantare le filastrocche del suo libro preferito
  • tenere in mano il libro in modo che il vostro bambino possa vedere le pagine chiaramente
  • indicargli le figure
  • creare le voci dei personaggi e usare la mimica per raccontare la storia
  • fargli domande: cosa pensi che succederà adesso?
  • fare raccontare la storia dal bambino, ma ricordare che questo accadrà solo verso i 3 anni
  • lasciare scegliere i libri da leggere al bambino
  • rileggergli i suoi libri preferiti anche se lo chiede spesso e questo annoia.

 

Cosa leggere

A 1 mese ed anche prima
Al bambino piacciono le ninne nanne. Vanno tutte bene anche se le inventate voi. Bisogna ricordare che i bimbi amano i rituali quindi va bene anche sempre la stessa.

A 6 mesi
I libri a questa età e almeno fino a 12 mesi devono essere resistenti, grandi, di materiali diversi, con colori vivaci, oggetti e figure familiari.

A 12 mesi
Le figure preferite riguardano azioni familiari (mangiare, dormire, giocare) e piccoli animali, mentre i testi preferiti sono sempre le filastrocche e le rime. Meglio cercare di evitare figure di cose che il bambino ancora non conosce.

A 18 mesi
Completa ed anticipa le frasi del libro. Gli piacciono libri che parlano di animali (leggendo si possono fare versi buffi come quelli degli animali), di bambini, delle cose di ogni giorno, con frasi brevi e semplici.

A 24 mesi
Gli piacciono le storie che danno l’opportunità di identificarsi con i personaggi, che raccontano prove da superare, che fanno ridere. Il bimbo a quest’età finge di leggere le storie alle bambole e ai peluche imitando il comportamento di noi adulti.

A 30 mesi
Gli piacciono storie di bambini della sua età che narrano momenti di vita comune (andare a scuola o dal dottore), di amicizia, di fratelli o sorelle, ma anche libri fantastici, avventurosi. I testi devono essere semplici. Le fiabe tradizionali (e in particolare quelle “del perché” con animali parlanti che spiegano le cose) aiutano anche a proiettare all’esterno le paure e le emozioni che il bambino ha dentro di sé. Al bambino piace scegliere la storia e gli piace anche farsela leggere molte volte. Il bambino a quest’età riesce anche a ripetere la storia che gli è stata letta e reinventarla a suo piacimento.

 

PICCOLI SUGGERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

  • Mireille D’Allancé “Che rabbia”, 2000 Babalibri.
  • Mireille D’Allancé “Quando avevo paura del buio”, 2002 Babalibri.
  • Valeri Gorbachev “ Tommaso e i cento lupi cattivi”, 2007 Nord-Sud Edizioni.
  • Janna Crioli “Un nido di filastrocche”, 2005 Sinnos.
  • Eric Battut “Oh, che uovo”, 2007 Ian Falconer.
  • Giusi Quareschi “Mamme & Mostri”, 2004 Giunti Kids.
  • Pippa Goodhart “Vado a dormire”, 2006 Editoriale Scienza.
  • Lucia Scuderi “Allegria gelosia per piccino che tu sia”, 2006 Fatatrac.
  • Marie-Louise Fitzpatrick “Uffa mamma, uffa papà”, 2007 Babalibri.
  • Bruno Munari “Cappuccetto Verde”, 2007 Corraini.
  • Anu Sthohner “La pecora Carlotta”, 2005 Emme.
  • Roberto Piumini “Fiabe per occhi e bocca”, 2001 Einaudi Ragazzi.
  • Lucia Scudieri “Se io tocco…”, 2004 Fatatrac.
  • Leo Lionni “Piccolo blu e piccolo giallo”, 1999 Babalibri.
  • Maria Loretta Giraldo “Filastrocche scaccia paura”, 2006 Giunti Kids.
  • Luciana Martini “Filastrocche della buonanotte”, 2003 Giunti Kids.
  • Tony Ross “Voglio il mio ciuccio!”, 2005 Mondadori.
  • Maria Gianola “Mi piaci così”, 2014 Fatatrac.
  • Kathleen Amant “Anna impara ad usare il water”, 2005 Clavis Prima Infanzia.
  • Kathleen Amant “Non si morde, Anna!”, 2014 Clavis Prima Infanzia.
  • Antonella Abbatiello “La cosa più importante”, 2015 Fatatrac.
  • Guido Van Genechten “Posso guardare nel tuo pannolino?”, 2009 Clavis.
  • Marco Campanella “Topo Tip non fa la nanna”, 2003 Dami Editore.
  • Eric Carle “Il piccolo bruco Maisazio”, 1989 Mondadori.
  • Maurice Sendak “Nel paese dei mostri selvaggi”, 2006 Babalibri.

 

SITOGRAFIA